La chirurgia estetica che crea cloni in Corea del Sud
Negli ultimi tempi in Corea del Sud la chirurgia plastica e tutto ciò che riguarda la perfezione, è diventata un’ossessione morbosa, tanto da rendere le donne coreane vittime della chirurgia estetica coreana, che impone loro lo standard di bellezza occidentale, artefatto e stereotipato.
Infatti il modello vigente in questa nazione è di origine patriarcale e la giovane donna che si affaccia alla vita, se oltre all’intelligenza e alle sue doti personali aggiunge una “bellezza finta”, avrà sicuramente più chance sia nel trovare un lavoro, un marito, e un ruolo nella società….
Si sta assistendo ad un fenomeno dilagante in cui le persone arrivano a deformarsi il viso per ottenere dei lineamenti tipici occidentali considerati dagli stessi come il canone di bellezza e perfezione da perseguire per avere successo nella vita.
Sono numerosi gli interventi di chirurgia estetica richiesti ed eseguiti in queste cliniche coreane; il lifting è sicuramente al primo posto, poi ci sono occhi, labbra, naso e mandibola. Infatti è la zona del viso ad essere la maggiormente interessata al cambiamento… Una delle richieste più frequenti è anche la ricostruzione della palpebra allo scopo di creare un allargamento e allungamento dell’occhio. Poi c’è l’intervento che interessa il sorriso, che consiste in piccoli tagli ai lati delle labbra per permettere al muscolo di alzarsi ed avere sempre un sorriso permanente. Questa appena descritta è una vera e propria follia, in quanto questo “smile lipt” come viene etichettato, costringerà la bocca stessa ad essere sempre all’insù e quindi sorridente anche quando la persona non prova interiormente felicità.
Anche gli interventi di rinoplastica sono molto diffusi e la Corea del Sud, insieme a Cina e Giappone ne detiene il primato assistendo alla produzione di cloni, dove tutte si assomigliano tra di loro, e dove il peculiare viene affondato e represso. Media e riviste internazionali tengono i riflettori puntati su questo paese asiatico e anche il governo di Seul non lascia che il fenomeno passi in sordina e ha imposto una tassa del 10% su tutti gli interventi di chirurgia plastica. Essendo quasi duemila le strutture ad effettuare queste operazioni, si può dire che lo stato è stato molto lungimirante e giustifica il tutto affermando che questa corsa al fascino porterà grosse entrate di denaro che andranno ad aiutare lo strato più debole e povero della popolazione. In realtà tutto questo è un vero e proprio business miliardario a scapito dell’essere umano in quanto tale, spogliato dei suoi vissuti psicologici, della sua vera identità e della sua storia personale.
Secondo la International Society of Aesthetic Plastic Surgery la Corea del Sud è prima in classifica con circa 16 interventi per mille abitanti e sorprendente è trovare l’Italia prima degli Stati Uniti, confermando la percezione positiva e soggettiva che gli italiani hanno nei confronti della chirurgia estetica.